Uccelli migratori in difficolta' in Europa. Le migrazieni diventano sempre piu' irregolari e sfasate per tempi,
modalita', rotte. Gli scienziati cercano di spiegare il fenomeno, attribuendolo ai repentini cambiamenti climatici della
Terra prodotti dall'inquinamento (effetto serra - surriscaldamento del Pianeta).
Altri ricordano che tutti i cambiamenti climatici sono sempre stati preceduti da irregolarita' dei flussi
migratori dell'avifauna. Sta di fatto che gli uccelli migratori europei manifestano turbe del comportamento della migrazione.
Con il freddo gli stormi di specie di uccelli non stanziali per solito si spostano verso il Sud, alla ricerca del clima
temperato. Ma da un po' di tempo questo non avviene piu' con le ataviche modalita' codificate da madre natura.
Gli uccelli migranti si muovono come bandiere al vento, plotoni volanti ben quadrati e compatti, senza capi a dettare tempo
e direzione. Danzano nel cielo per indicare la via agli altri uccelli, in formazioni piu' dense ai margini che al centro,
come i pendolari che sul bus si accalcano vicino alle porte. In questo brandello di ottobre da maglietta a maniche corte,
anche gli storni (Sturnus vulgaris) stanno regalando balletti fuori stagione. La migrazione e' in ritardo di quasi venti giorni,
asseriscono gli scienziati. Colpa del caldo, di minime che, dal 5 del mese in poi, si sono mantenute 6, 7 gradi oltre la
media di stagione (dati Arpav).
Ma attenzione a non leggere il «fenomeno» al contrario. "Gli stormi che vediamo ora qui al Nord - spiega l'ornitologo Francesco Mezzavilla -
non sono quelli rimasti dalla migrazione di primavera. Sono quelli appena arrivati dal centro Europa, gli altri se ne sono
già andati verso Sud". "Alle porte di novembre vediamo il «salto» che di solito avviene a fine settembre. E' questo pazzo
clima autunnale che ci sta regalamdo splendide giornate di sole con temperature decisamente superiori alla norma, ad avere
inceppato il meccanismo biologico che negli uccelli determina l'esodo migratorio verso ambienti più caldi ed accoglienti".
"Gli uccelli migratori - aggiunge Mezzavilla - In due giorni fanno 5-600 chilometri e non temono le correnti".
L’aumento delle temperature fa piu' danni - apparente paradosso smentito dalla Natura - in primavera. "L’aumento medio di un
grado in 15 anni - conclude l'ornitologo Mezzavilla - porta le specie migratrici ad arrivare prima dall’Africa, ma qui non
trovano più le condizioni ideali per nidificare. Non ci sono gli alimenti di cui hanno bisogno, insetti ad esempio, e se
salta una nidificazione la specie diminuisce».
Patrizia Torricelli - professore ordinario del dipartimento di Scienze Ambientali della universita' "Ca’ Foscari" di Venezia,
regala un ragionato ottimismo: "le previsioni sull'innalzamento delle temperature sembrano indicare un tasso di crescita
inferiore a quello previsto in passato. Se il "modello severo" prevedeva un incremento medio di 4-5 gradi in cento anni,
ora sembrerebbe piu' affidabile quello meno severo che indica un aumento di 3 gradi".
Una cosa e' comunque scontata: se la comunita' internazionale non dovesse quanto prima ridurre le emissioni di gas-serra,
la Terra continuera' ad andare incontro al surriscaldamento globale e questo sara' causa di gravi sconvolgimenti degli
ecosistemi, con ripercussioni negative sulle forme di vita animale e vegetale, umana inclusa!