Estratto
dalla tesi di laurea: "L'allevamento del Canarino domestico
(Serinus canarius) " Università degli Studi di Camerino
- Facoltà di Medicina Veterinaria - Anno Accademico 2002/2003.
E
noto che la lunghezza del fotoperiodo influenza lattività
riproduttiva e la muta di molte specie di uccelli. Anche in Serinus
canarius la luce è di notevole importanza ed è stato
dimostrato che anche in questa specie il prolungamento delle ore
di luce è il fattore più importante nello scatenare
lestro (Steel e Hinde, 1966; Hinde e Steel, 1978).
La
luce favorisce la forma dei riproduttori (ciò si verifica
in primavera per laumento sia delle ore di luce sia dellintensità
luminosa), laccrescimento dei giovani, la costruzione del
nido, limbeccata dei nidiacei e un aumento del numero delle
uova deposte. Una buona illuminazione e lentrata nel locale
dallevamento dei raggi solari migliorano le condizioni ambientali
dei volatili e facilitano i controlli da parte dellallevatore.
Nellallevamento del canarino ci si avvale sia della luce solare
sia di quella artificiale. Con limpiego di centraline programmabili
è possibile prolungare il fotoperiodo e anticipare la stagione
riproduttiva. Tali dispositivi richiedono, però, un uso oculato;
durante il periodo di riposo invernale, se lilluminazione
naturale del locale è sufficiente, il canarino può
anche essere allevato senza lausilio della luce artificiale.
Si ricorre a questultima nel periodo pre-cova e durante la
stagione riproduttiva.
Ciò
non è strettamente necessario poiché iniziando le
cove a metà marzo e avendo a disposizione un locale ben orientato
e la luce solare diretta o riflessa per buona parte della giornata,
non cè alcun bisogno di proporsi un programma di luce
artificiale del locale di allevamento essendo sufficiente, sia in
primavera sia in estate, la durata naturale delle ore di luce per
garantire un regolare andamento della riproduzione.
Lilluminazione
artificiale può essere totale se ha la durata dellintera
giornata, essendo insufficiente quella naturale per lubicazione
dellallevamento o altro; complementare se concessa solo il
mattino e/o la sera per aumentare la durata delle ore di luce naturale.
Linfluenza
della luce sulla maturità sessuale e la produttività
delle femmine è dovuta a quattro elementi: 1) alla composizione
della luce (la parte rossa nello spettro solare è la più
efficace), 2) alla sua intensità (sono necessari dai 10 ai
25,5 lux); 3) al rapporto luce-buio; 4) al ritmo di variabilità
e velocità di variazione.
In
mancanza di dati validati, occorre comunque tenere presenti alcuni
elementi fondamentali. Innanzi tutto è opportuno, una volta
fissata la data della riproduzione, allungare lentamente il fotoperiodo
cercando di arrivare alle 12 ore di luce in uno o due mesi, raggiungendo
poi gradualmente, quando si vedranno segni di nidificazione, le
14 ore. Queste condizioni vengono protratte fino alla fine della
stagione riproduttiva, dopodiché è necessario ridurre
il fotoperiodo, sempre gradualmente, fino ad arrivare a non più
di 10 ore di luce durante il periodo di riposo. E particolarmente
importante che la luce non si accenda e si spenga improvvisamente,
spaventando gli uccelli, ma illumini e oscuri i locali per gradi
dando tempo, nelloscuramento, alle femmine di raggiungere
i nidi e coprire i piccoli, e ai maschi di disporsi sul posatoio
in cui trascorrere la notte.
Questi
effetti di luce sono attualmente facili da ottenere grazie allimpiego
di microinterruttori automatici, con lampade al neon ad accensione
e spegnimento intermittente o intervallati. Va sottolineata limportanza
di allungare il fotoperiodo con lenta gradualità: bruschi
aumenti possono essere molto dannosi ai fini della riproduzione;
infatti occorre ricordare che allo sviluppo delle gonadi, deve far
riscontro un certo numero di altre modificazioni somatiche, come,
ad esempio, lo sviluppo dellovidotto, lingrandimento
delladdome e la sua vascolarizzazione, la piccola muta delle
piume pettorali, la crescita esterna della cloaca nel maschio; vi
sono poi delle modificazioni di comportamento e listinto della
nidificazione.
Un
troppo rapido ed eccessivo stimolo può portare a gravi conseguenze.
Possono maturare contemporaneamente due follicoli ovarici, oppure
può avvenire lovulazione quando ovidotto e regioni
addominali non sono ancora ben sviluppati, oppure la canarina può
trovarsi a deporre senza aver avuto il tempo di costruire il nido
e di accoppiarsi correttamente; vi possono essere, poi, alterazioni
della forma delluovo e della consistenza del guscio. Il maschio,
improvvisamente stimolato, può facilmente essere ancora sterile
perché la spermatogenesi non va di pari passo con la formazione
dellistinto sessuale; non basta, cioè, vedere il maschio
che imbecca la femmina, che costruisce il nido o che si accoppia
per dedurre che è fertile. Altro inconveniente può
essere leccesso di luce che provoca uninnaturale eccitazione
dei riproduttori che si accoppiano più del dovuto, perseguitando
la prole, abbandonando il nido prima del tempo, mentre nei novelli
in voliera causa pica e cannibalismo. Gli stessi effetti li può
causare anche la luce solare in un locale troppo esposto: in questo
caso gli uccelli non hanno tregua e non riescono a riposare; bisogna
allora schermare parzialmente le aperture.
Va
inoltre ricordato che un uso improprio dei programmatori luce nelle
cove anticipate può provocare false mute, agitazione e nervosismo
nei soggetti allevati.
Qualora
si voglia utilizzare la sola luce naturale, è di particolare
importanza considerare lorientamento dei locali dallevamento.
E opinione diffusa che sia conveniente orientare le finestre
a levante, ma Nironi (1963) ha ottenuto migliori risultati in un
locale con prese di luce a ponente. Quando lallevamento si
trova nella fase di riproduzione, uno dei problemi da risolvere
è quello di dare la possibilità ai riproduttori di
alimentare il maggior numero di ore possibile i nidiacei. Osservando
un allevamento, è facile notare come subito alle prime luci
del mattino i soggetti siano in movimento, non altrettanto accade
allimbrunire ove questi si dispongono al riposo già
quando ancora cè una quantità di luce doppia
di quella che serve il mattino per iniziare la loro attività.
Nironi (1963) ha notato che nel tardo pomeriggio, mentre nei locali
a levante lattività viene sospesa, in quelli a ponente
continua ancora per unora; il mattino la ripresa è
pressoché simultanea. Questo ha fatto sì che la differenza
tra i risultati ottenuti nei diversi locali è sempre stata
significativa e ogni anno il suddetto Autore ha notato una maggiore
produzione nei locali di ponente di circa il 20%.
Bibliografia
copertina
tesi
Dott.ssa Barbara Allegrezza
dottore in scienze della produzione animale
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